mercoledì 21 novembre 2012

il metodo della impersonificazione

devo tenere una presentazione importante di fronte a gente importante.
ho ricevuto l'incarico e ho capito che non me lo stavano chiedendo, ma me lo stavano ordiando.

quindi sono in treno, per roma.

forse si sono finalmente accorti che valgo di più come attore rispetto a quello che faccio.
ieri sono stato all'estero. sono rientrato verso le 10 e mezza, e mio padre mi ha chiesto: senti ma mi spieghi che lavoro fai? gliel'avrò detto mille volte. quello che gli interessa (e gli rimane in testa) è solo il netto medio mensile.

Sono circa 3200 euro netti. a cui si aggiungono le indennità per i viaggi, il vap (circa 4-5000 euro lordi), il contributo aziendale di pensione integrativa, il premio (15000 euro annui), i buoni pasto e forse qualche altra roba che mi sfugge.
di questi tempi è uno stipendio decoroso, molto di più di quello che mi servirebbe per vivere. se non avessi debiti e tutta una serie di problemi sui quali non mi dilungo, mi basterebbero 800 euro netti.

che forse alla fine sono quelli che mi rimangono per vivere.

non avessi nulla, nessuno mi chiederebbe nulla.

3 commenti:

  1. potresti non avere piu' nulla e avere due bimbi che ti chiedono cibo. quindi non ti va male. certo, la schiavitu' del lavoro.... che peso!

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  2. questo e' un argomento molto dibattuto. cioè, se uno per sentirsi felice deve guardare a chi è più sfortunato (interpretazione sociale) o meno capace (interpretazione relativistica).

    quando i miei amici organizzavano tornei di subbuteo, io lavoravo e studiavo. con questo non voglio dire che sono un eroe, ma che ho seminato. non ho paura di rimanere senza lavoro perchè non rimarrò mai senza lavoro con il mio profilo. quindi non avere nulla (cosa che mi è già capitata). detto questo, rimanere senza nulla potrebbe essere anche una mia scelta, non appena chiusi i contenziosi.

    quindi, il mio metro di paragone non è il pessimismo (i poveri operai dell ilva) ma colui che alla mia età ha già accumulato abbastanza per andare a vivere in argentina.

    io potrò farlo solo a 45 anni minimo.

    il mio sogno è non fare niente e godere di ricchezze, perchè il mio desiderio è migliorare la mia condizione.
    penso valga per tutti

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  3. non e' questione di guardare a chi sta peggio per essere felici. E' questione di prendere atto che c'e' anche chi si e' sbattuto forse molto piu' di te e che per una serie di ragioni o di scelte differenti, si trova nella merda. E quindi, rispetto a loro, non sentirsi piu' felici, ma piu' fortunati. Migliorare la propria condizione non vuol dire non fare niente, non per tutti almeno. C'e' chi a non fare niente, e magari potrebbe, si sentirebbe morto. Il mio sogno e' mollare tutto e fare il giro del mondo, non giacere inerte. Ci sto lavorando? Certo! Mi manca solo la vendita di una parte di casa e poi, vaffanculo, io parto!

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